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venerdì, marzo 16

APPELLO: PIU' PADANI NEL MILAN!!!



Athletic Bilbao, un mito che si rinnova
Ma se Moratti si fosse svegliato prima...

I baschi incantano, eliminando il Manchester United
Merito di una filosofia mai tradita. E di Bielsa. Che l'Inter voleva
Llorente abbracciato dai compagni dopo la vittoria con lo United


MILAN

- In questo annus horribilis che tutto ha travolto in casa nerazzurra, niente e nessuno è stato risparmiato dagli strali della tifoseria, Massimo Moratti compreso. Forse per la prima volta, messo davvero alla berlina per acquisti mancati e allenatori mal scelti.
L'INTUIZIONE - Eppure , proprio su questo secondo punto, il presidente un’intuizione l’aveva avuta. Voleva Marcelo Bielsa, il Loco argentino che col Cile ai mondiali sudafricani aveva fatto vedere mirabilie. Ma il Loco, che è uomo tutto d’un pezzo, si era già promesso ai baschi dell’Athletic Bilbao e ha rifiutato. E lì, in questa terra fiera e irriducibile, il Loco ha rinnovato una leggenda, da tempo appassita, riportando l’Athletic a livelli mai visti negli ultimi trent’anni. Di fronte a il Titanic del calcio italiano, tutti eliminati dalle coppe, tranne un Milan comunque poco convincente dopo la figuraccia con l’Arsenal, abbiamo ancora negli occhi lo spettacolo del San Mames, la ribollente casa dell’Athletic, di giovedì sera. I baschi hanno letteralmente imposto una lezione di gioco nientemeno che al Manchester United. Un 2-1 che dice poco del dominio a tutto campo imposto ai Reds e che fa il paio con l’altrettanto leggendaria partita dell’andata, l’Old Trafford espugnato per tre a due.
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA - E’ la filosofia di calcio del Loco, tutta scambi veloci, ruoli intercambiabili, giocatori giovanissimi. Ed è decisamente una rivoluzione copernicana per i baschi, celebri in passato più per la proverbiale resistenza e ferocia agonistica che per il bel calcio (qualche juventino ricorderà ancora le sanguinolente finali del 1977). Ma, verrebbe da dire, niente di diverso dalla Nouvelle Vague, la Nueva Honda pardon , del calcio spagnolo, Barcellona e Real Madrid. No, niente affatto, il Bilbao non può contare sui bilanci milionari delle due grandi iberiche, ma sta ottenendo i risultati che sta ottenendo, semplicemente rinnovando il suo mito. E non tradendolo.
SOLO BASCHI - Ovvero la filosofia, in questo caso, è la stessa che è l’orgoglio del club dal lontano 1898: in rosa ci devono essere solo giocatori nati, o calcisticamente cresciuti, nei Paesi Baschi. Una follia anacronistica, fino a poco tempo fa; uno straordinario valore aggiunto, ora che la crisi travolge tutto, calcio compreso. L’Athletic non deve andare a mettere sul piatto milioni di euro per comprare questo o quel giocatore. Ma si può rifornire nella sua Lezama, il centro di formazione giovanile, che nulla ha da invidiare alla celebre Masia dei Blaugrana: lì l'Athletic continua a sfornare campioncini, per una squadra che vanta un'età media complessiva non superiore ai 24 anni (l’ultima Inter sforava abbondantemente i 30) . Se proprio li devono acquistare, i biancorossi bussano alle altre squadre basche per pochi spiccioli. Ed ecco i talentini Javi Martinez o Oscar De Marcos.
UN TRIONFO DOPPIO- Ebbene, ora l'entusiasmo è alle stelle in quel di Bilbao, l'ultima Liga è del 1984 e mai i biancorossi hanno vinto fuori dalla Spagna. Per il campionato, il Madrid è ormai irraggiungibile. Ma l'Europa League non è un miraggio, dopo la duplice vittoria coi Reds. Ecco, vincere la coppa, giocando in quel modo sublime, sarebbe un trionfo doppio per l'Athletic. Oltreché una lezione importante per il nostro, malandato, pallone. E un monito a Moratti: la prossima volta si decida prima...


Matteo Cruccu Fonte http://www.corriere.it/

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