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venerdì, maggio 15

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Spagna: fischi sull'inno, la tv censura Cacciato il responsabile dello sport
Coppa di Spagna tra catalani (Barcellona) e baschi (Athletic Bilbao): fischi all'arrivo del re e sull'inno
I giocatori del Barcellona esultano dopo aver vinto la Coppa contro l'Athletic Bilbao Per 4-1 (Epa)MADRID (SPAGNA) - Ha colto di sorpresa tutta la Spagna la plateale manifestazione di dissenso dei tifosi mercoledì notte a Valencia prima della finale di Coppa del Re fra Barcellona e Athletic Bilbao (vinta per 4-1 dai catalani). In tribuna c'era re Juan Carlos, come sempre del resto in occasione della finale: la coppa nazionale spagnola è infatti intitolata proprio al re (Copa del Rey). La sua presenza non era una sorpresa, come non era strano che si eseguisse l'inno nazionale prima della partita, previsto dal protocollo. Ma questa volta di fronte si trovavano due squadre provenienti da aree unite, nella diversità, dalla storica aspirazione indipendentista: i Paesi Baschi e la Cataluna. Così le due tifoserie si sono unite in una bordata assordante di fischi al momento dell'inno. Colti di sorpresa, alla regia della Tve, la televisione di stato che trasmetteva in diretta, hanno operato un immediato stacco, dando la parola agli inviati a Barcellona e Bilbao.
LICENZIAMENTO - La portata della contestazione nello stadio Mestalla di Valencia ha stupito. L'ingresso di Juan Carlos e della regina Sofia in tribuna è stato accolto dai fischi di migliaia di tifosi baschi e catalani. La stessa tempesta di fischi ha accompagnato poi l'inno nazionale, simbolo dell'unità della Spagna. Ma il «caso» è diventato poi il comportamento dell'emittente televisiva. Tve, a partita avviata si è scusata con un cartello per «l'errore umano» e ha trasmesso le immagini dell'inno durante l'intervallo, ma con inquadrature di tifosi la mano sul petto o plaudenti, e con un audio nel quale i fischi erano sovrastati dall'esecuzione musicale. «Migliaia di persone fischiano il re e l'inno nazionale e la Tve lo nasconde» titolava oggi in prima pagina il quotidiano spagnolo «El Mundo». Palazzo Reale oggi non ha fatto commenti. Li ha fatti invece il direttore generale della Tv pubblica Javier Pons, che ha annunciato l'immediata rimozione dall'incarico del direttore della redazione sportiva, Julian Reyes, e si è scusato con il pubblico, parlando di un «grave errore».
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ASPIRAZIONI REPUBBLICANE - La protesta del Mestalla nasce da una connotazione autonomista e indipendentista, forte in Catalogna come nei Paesi Baschi, ma anche repubblicana. Già il mese scorso Juan Carlos e Sofia erano stati accolti da decine di bandiere della II Repubblica - soffocata nel sangue dal dittatore Francisco Franco nella Guerra Civile del 1936-39 - durante una visita nelle Asturie. Contestazioni repubblicane si sono verificate più volte anche in Catalogna e nelle Baleari. Ma nelle ultime settimane si è schierato per un ritorno alla repubblica anche il Partito comunista spagnolo (Pce), che ha denunciato gli accordi di transizione del dopo Franco che avevano confermato la scelta di Juan Carlos come proprio successore fatta dallo stesso Franco, e ha chiesto un referendum. Oggi il partito repubblicano catalano Erc, al governo a Barcellona, ha detto che «la monarchia è aliena alla democrazia». La vicepremier socialista Maria Teresa Fernandez de la Vega ha replicato che la monarchia «è una delle istituzioni più stimate dagli spagnoli». La popolarità personale del re in effetti è alta e gli spagnoli si dichiarano in maggioranza "juancarlisti", ma non mancano gli interrogativi sull'assetto istituzionale del paese nel dopo Juan Carlos.
14 maggio 2009

Articolo tratto da corriere.it
Foto tratta da www.adunatabassano2008.it

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