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mercoledì, marzo 5

OFF TOPIC: Bretagna Libera, No ad un accordo con Marie Le Pen sull'immigrazione!!

Situata nella regione dell’antica Armorica, resa famosa anche da un celebre fumetto incentrato sulle avventure degli abitanti di un villaggio resistente sempre e comunque all’oppressione straniera, la Bretagna ha una lunga storia che va ben al di là della parodia o di qualsiasi rivendicazione pseudostorica politicante basata su ampolle ed elmetti incornati. I bretoni sono discendenti da popolazioni celtiche stanziatisi nel nord-ovest dell’odierna Francia; come popolo detengono lo status riconosciuto a livello internazionale, nella lista UNHCR, di minoranza etnica con una propria separata autoctona identità, la quale si collega per storie e tradizioni a quelle di altre nazioni celtiche (irlandese, gallese e scozzese in particolare) d’Oltremanica. Formalmente tale popolo non cerca alcuna forma di indipendenza politica da Parigi (la quale ovviamente reputa la Bretagna parte del territorio della Repubblica francese) ma solo una riunificazione dei territori bretoni oggi divisi a livello amministrativo (l’attuale regione amministrativa della Bretagna contiene solo quattro delle cinque province dipartimentali storiche, per un totale parziale di 3 milioni di abitanti, un milione di bretoni si trova invece nella provincia di Loire-Atlantique, assieme alla città di Nantes, un tempo capitale della Bretagna, divenuta in seguito parte della regione Pays de la Loire). A fianco delle richieste politiche autonomiste si è nel tempo sviluppato un proprio nazionalismo di carattere culturale e linguistico legato alla difesa del bretone e del gallico quali lingue identitarie. La riscoperta del bretone avvenne dopo le rivolte studentesche di Parigi nel 1968, tale lingua venne vista come un emblema di libertà e di contestazione all’autorità politica francese dell’epoca, favorendo una vera e propria “moda bretone” sia nella regione che a livello internazionale, con un boom economico locale ruotante attorno alla musica, alla danza, ai libri, alla lingua (con dizionari e corsi per adulti) e al turismo. Nonostante ciò, il presidente gaullista francese Georges Pompidou dichiarò: «in una repubblica francese confrontata al mondo, non c’è posto per la lingua bretone». L’organizzazione indipendente scolastica Diwan, fondata nel 1977, ha comunque avviato l’insegnamento del bretone dal livello di istruzione della scuola materna. Sotto la presidenza di Valery Giscard d’Estaing venne offerto alla Bretagna il privilegio di comporre una rappresentazione culturale nel seno del Consiglio culturale bretone e dell’Istituto culturale bretone. Nel 1981 il governo francese ha approvato la creazione di un corso di laurea in bretone presso l’Université de Haute Bretagne, e nel 1985 di un certificato di formazione degli insegnanti (CAPES) per tale lingua. Nel 1999  è stato istituito in Bretagna l’ufficio Langue de la Bretonne / Ofis ar Brezhoneg, per promuovere l’uso della lingua e per fornire nuove parole e condurre una ricerca sugli sviluppi moderni di tale idioma. A partire dal 1960 vi fu anche la ripresa del nazionalismo politico bretone, il separatista Front de Libération de la Bretagne (FLB) fu istituito nel 1963 assieme a vari altri gruppi promuovendo anche azioni violente per la secessione dalla Francia e il ripristino del Ducato. Dal 1960 al 2000 più di 200 atti violenti sono da attribuirsi principalmente all’Armée Révolutionnaire Bretonne (ARB), una organizzazione terroristica fuorilegge in parte formata da ex attivisti FLB. Tali attività terroristiche in genere non indirizzate a colpire persone sono state registrate sino a pochi anni fa, provocando comunque anche alcuni morti: due attivisti ARB  sono morti mentre preparavano un ordigno, una cameriera è morta a causa di un attacco a un fast food nel 2000 (6 degli 11 imputati sono stati condannati a pene detentive nel 2004:  4 di loro sono stati considerati come terroristi, e 2 erano collegati ad un’altra organizzazione separatista ed anti-capitalista, Emgann, fondata nel 1982). La storia dei bretoni è quella di un popolo e di un territorio che in passato hanno perso la loro indipendenza, libertà e dignità venendo umiliati nel processo d’integrazione voluto dalle autorità politiche centrali francesi, non solo durante l’Ancient regime ma sopratutto a seguito dell’instaurazione delle varie repubbliche di Francia (fondate sul tricolore e sul retorico quanto ambiguo richiamo alla “fraternità, libertà ed uguaglianza”). Percui diciamo NO ad un accordo con Marie LePen, leader del Front Nacional Francaise, che considera tutti gli autonomisti (quindi non solo i Bretoni, ma anche i Baschi ed i Catalani francesi) come feccia da schiacciare ed integrare nel piu' grande progetto di Francia Unita!!!

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Milano, Insubria
Per l'identita' e la storia di uno dei clubs piu' antichi della Padania!!